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20 November 2016

Auto elettrica: distopia del Sud Italia

Angoscia Sud

Angoscia Sud

L’Italia è sempre più spaccata in due. Lo dice anche l’auto. Basti vedere le assicurazioni: al Sud si toccano i 7.000 euro annui di Rca obbligatoria, a causa di truffe e incidenti. Prezzi mai visti al Nord, neppure da chi è in diciottesima classe di merito, la più costosa. Ma è soprattutto l’auto elettrica a decretare la morte del Sud Italia. Basta prendere la mappa delle colonnine elettriche lungo lo Stivale, colorate di verde. Al Nord e al Centro, ci sono tantissimi puntini verdi, in corrispondenza delle colonnine. Al Sud, pochissimi. Considerando la limitatissima autonomia dell’auto elettrica (parlo dell’autonomia reale, giacché quella dichiarata è poco più di una favoletta), nel Meridione la macchina elettrica al 100% non ha presente. Né, tantomeno, futuro.

Enel dal 2010 ha avviato in Italia una serie di progetti pilota per lo sviluppo della mobilità elettrica definendo partnership strategiche con le Case automobilistiche, operatori del settore e istituzioni, e realizzando una rete di ricarica su tutto il territorio nazionale che attualmente conta circa 2.500 colonnine installate. Ma al Sud c’è pochissimo di tutto questo.

Per la ricarica pubblica Enel Energia ha appena lanciato l’app dedicata e-go. Un’applicazione pensata per facilitare tutti gli automobilisti, clienti Enel Energia e non, nel ricaricare la propria automobile presso una delle 900 colonnine pubbliche di Enel dislocate lungo tutta la nostra penisola. È sufficiente uno smartphone per usufruire di questo servizio e ricaricare il proprio veicolo elettrico sulla stazione di rifornimento pubblica più vicina compatibile con il servizio di Enel Energia, individuabile grazie al servizio di geolocalizzazione integrato. La tariffazione del servizio è in base ai minuti di utilizzo della presa. Interessante anche questo servizio, ma c’è da dubitare che possa prendere piede al Sud.

L’offerta commerciale di Enel prevede anche la vendita diretta di bike elettriche e d’infrastrutture di ricarica. In particolare quest’ultime con diversi modelli a portafoglio, Box Station, Pole Station e le Fast Recharge per le ricariche ultraveloci: un portafoglio completo pensato per chi vuole acquistare i dispositivi di ricarica indipendentemente dalla fornitura di energia elettrica e da qualunque tipo di standard o potenza. Per il Nord e per il Centro è da ritenere. Non si capisce come il Sud possa restare attaccata alla locomotiva.

In quanto all’autostrada elettrica, dall’Austria (20 punti di ricarica) alla Sicilia (180 punti in Italia), non si capisce un residente del Sud come possa usarla. Perché mai dovrebbe avere la macchina elettrica? Solo per fare un viaggetto ogni tanto? Parliamo di un mezzo che nasce per brevissime percorrenze, in città.

Al Sud non si sente neppure parla di car sharing: troppe auto rubate. Per il Nord e per il Centro è utopia. Che in questo caso sta a significare una sana visione del futuro, con auto elettriche e forme di mobilità dell’Europa moderna. Per il Sud Italia è distopia: una visione del futuro orribile, fatta di vetture maleodoranti, che sporcano, inquinano, fanno incidenti. Mobilità: tutto quello che non si vorrebbe mai accadesse, nel Meridione sta succedendo. Più simile a un Quarto Mondo che all’Europa del Nord. Almeno finché avremo questa classe politica, a livello centrale e locale. Ovviamente, Enel è solo fornitore: non c’entra nulla con l’arretratezza del Sud. Idem le Case automobilistiche. Servirebbe una rivoluzione politico-culturale nel Mezzogiorno, con la borghesia pronta a evolversi e a trascinare le nuove generazioni verso un futuro pulito. Servirebbe, appunto, un’utopia. Per invertire l’inerzia. E annullare la distopia.

di Ezio Notte @ 18:04


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