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26 July 2015

Carta di Bologna, si chiama Carta di Bologna

 

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Il suo nome è Carta di Bologna

Sino al 10 gennaio 2014, il settore Rc auto mi annoiava. Le assicurazioni vincevano sempre, con norme fatte su misura dai vari governi (d’ogni sorta e colore). E i danneggiati perdevano sempre. Come una partita di calcio di cui si sa già l’esito prima del fischio finale, perché è notorio che l’arbitro darà cinque rigori inesistenti a favore di una certa squadra. Il mio interesse per la Rc auto è tornato vivo l’11 gennaio 2014. Perché in quella data è nata la Carta di Bologna. Ne fanno parte diverse sigle agguerrite e cazzute, in un Paese che tende ad addormentarsi per poi scoprirsi più povero e vecchio: fra le altre, Federcarrozzieri (carrozzieri indipendenti) di Davide Galli, Cupsit (patrocinatori stragiudiziali) di Stefano Mannacio, Assoutenti di Furio Truzzi, Codici, Casa del Consumatore, Oua (Organizzazione unitaria dell’avvocatura), Associazione vittime della strada.

Sono cazzuti, quelli della Carta di Bologna; ma, per trovare spazio sui mass media classici, come i quotidiani paludati, faticano non poco. Per motivi a me ignoti e che neppure tengo la pazienza d’approfondire. Nel mio piccolo, ci penso io, a mo’ di sentinella, a controllare qualche dimenticanza, e a evidenziarla, a beneficio di chi legge. E per amore della verità.

Dunque dunque, articolo sul Sole 24 Ore. Argomento, il disegno legge concorrenza. Almeno per la Rc auto, quanto di più anti-concorrenziale e liberticida sia mai stato partorito da un governo italiano: è stato il ministero dello Sviluppo economico a proporlo, con corridoio preferenziale in Parlamento. Sostanzialmente copiando e incollando il già massacrato (dalla commissione Giustizia) articolo 8 del decreto Destinazione Italia. Stralciato perché ritenuto ingiusto verso i danneggiati.

Dice l’articolo del Sole 24 Ore: “I consumatori denunciano che, con le nuove regole, la tabella da danno biologico comporterà una decurtazione dei risarcimenti, tra l’altro retroattiva”. I consumatori. Ma è davvero così? Non proprio. Un’imprecisione. Una piccola dimenticanza. Quasi tutte le associazioni dei consumatori sono concordi con l’introduzione della tabella unica del danno biologico. Leggete qui, cosa dicono le associazioni dei consumatori: “Assicuratori e consumatori chiedono che si definisca una tabella unica nazionale per la valutazione economica del danno alla persona, così da evitare la proliferazione di diverse voci di danno non patrimoniale. È quanto è emerso dal confronto sull’articolo 7 del ddl concorrenza tra associazioni dei consumatori e imprese assicuratrici che siedono nel Consiglio generale del Forum Ania-Consumatori”. Capito? Lo riscrivo: le associazioni dei consumatori che siedono nel Consiglio del Forum Ania-Consumatori.

E allora, chi è contro la tabella unica del danno biologico? La Carta di Bologna. Che ha detto: “Siamo sconcertati e amareggiati che, pur non avendo nulla a che vedere con la concorrenza, gli ememendamenti proposti dai relatori all’articolo 7 vadano a intaccare gravemente i diritti di soggetti debolissimi quali le vittime della strada che hanno subìto lesioni gravi e gravissime e confermino il grottesco impianto governativo anche per quanto riguarda le lesioni lievi. Dove si arriva a confermare un paradosso: il medico legale, durante una visita, non potrà usare gli occhi per valutare un danno”.

È stata la Carta di Bologna a risvegliare le coscienze durante la discussione dell’articolo 8 del decreto Destinazione Italia. È la Carta di Bologna a contestare la tabella unica del danno biologico, che sarebbe un regalo alle assicurazioni e taglierebbe del 50% i risarcimenti. È la Carta di Bologna a portare una ventata di energia positiva in un Paese strangolato, troppo spesso, da lobby che hanno gioco facile nel persuadere talune vetuste componenti politiche italiane. È la Carta di Bologna a essere cazzuta. Non le solite associazioni dei consumatori inclini a sposare gli interessi delle compagnie. Carta di Bologna. Si chiama Carta di Bologna. Profuma di libertà e libera concorrenza.

di Ezio Notte @ 17:32


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