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5 August 2015

Ma la prima tassa dei Comuni si chiama multa da Codice della strada

 

multa

La guerra delle multe

Siccome lo Stato taglia e c’è la crisi, allora io spacco il cittadino e lo rimpinzo di tasse. È così che ragiona il Comune italiano. E facciamo anche un po’ di nome: sindaci e assessori. Se no sembra che i Comuni siano entità astratte vaganti nella fonosfera. Tra il 2010 e il 2014, i Comuni hanno subito tagli per 8 miliardi, compensati da aumenti molto accentuati delle tasse locali per conservare l’equilibrio in risposta alle severe misure correttive del governo. Chi si permette di dire questo, un blogger? No: la Corte dei conti nella relazione sulla finanza locale sottolineando che oggi il peso del fisco è ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali. Nell’ultimo triennio, inoltre, c’è stato un incremento progressivo della pressione fiscale comunale, passata dai 505,5 euro 2011 ai 618,4 euro pro capite 2014.

È il delirio. E non poteva che finire così. La burocrazia ha concepito apparati osceni e immani, carrozzoni politici succhia-soldi e acchiappa-voti: i livelli massimi di riscossione tributaria si registrano nei Comuni con più di 250.000 abitanti, dove arriva a 881,94 euro a testa.

Qual è il cuore della questione? Non c’è ricomposizione delle fonti di finanziamento della spesa, necessaria per garantire servizi pubblici efficienti ed economici. Ciò aggrava e rende permanente l’inefficienza delle gestioni, nonostante l’incremento consistente delle entrate proprie (+15,63% rispetto al 2013) che fa crescere l’autonomia finanziaria oltre la soglia del 65% ed assorbe la diminuzione progressiva e costante dei trasferimenti (-27,29%)”.

Però la vera tassa sono le multe da Codice della strada. Perché le regole sono scritte coi piedi, e i Comuni sguazzano nella melma, ben sapendo di uscirne vincenti. D’altronde, sindaci e assessori monelli non subiscono nessuna mazzata: se creano strisce blu lì dove non possono, se piazzano autovelox illegittimi, se accendono ovunque telecamere calpestando il diritto alla privacy, se inviano ai cittadini verbali pazzi, se recapitano le contravvenzioni ben oltre i 90 giorni stabiliti dalla legge, non hanno nessuna conseguenza negativa. Parliamo di 1,2 miliardi di euro l’anno. Forse. Perché quelli sono i soldi dichiarati dai Comuni, i quali non hanno obbligo di rendicontazione e comunque non sono soggetti a un controllo accurato da parte di nessuna autorità

Vuoi fare ricorso? Paghi 43 euro dal Giudice di pace. O ti rivolgi al Prefetto, e se perdi la multa raddoppia. Un sistema perverso e unico in Europa, che ci spiana la strada verso le nazioni sottosviluppate. Il tutto con i ministeri compiacenti: è addirittura da luglio 2010 che si attende il decreto interministeriale per la distribuzione dei proventi autovelox. In questi cinque anni, e nei prossimi, i Comuni continueranno a papparsi tutta la torta. Alla faccia del cittadino tartassato.

di Ezio Notte @ 18:35


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