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24 July 2012

Parabrezza da riparare: la parola a Lorenzo Lombardini

Fai da te? Cautela

Parabrezza, visto il caldo che fa, le probabilità di scheggiatura del vetro aumentano: ho visto persone comprare al supermarket dei kit fai da te per riparare il cristallo. A naso, avevano difficoltà ad allacciarsi le scarpe, però per risparmiare compravano i kit. Mi pare utile una sana chiacchiera con Lorenzo Lombardini, Technical & Technical Training Manager di Carglass Italia, insomma un maestro della materia, nel nostro Paese e nel globo terracqueo. Essendo lui parte in causa, è ovviamente orientato verso una certa opinione; se qualche Produttore di kit fai da te vuole essere intervistato per ribattere, non fa altro che scrivermi a ezio.notte at omniauto.it. Regola che vale per tutte le interviste alle menti più brillanti che lavorano nel mondo dell’auto.

Lorenzo, parliamo di parabrezza scheggiati. Nei grossi supermarket, si vendono kit di riparazione fai da te dei parabrezza. Occhi, pelle, sforzi fisici: in dettaglio, che rischi corre un automobilista a digiuno delle tecniche di riparazione?
“La confezione del kit di riparazione riporta le seguenti avvertenze: ‘Irritante per gli occhi, per le vie respiratorie e per la pelle. Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle. Evitare il contatto con la stessa. Usare guanti adatti’. Ciò che non viene invece esplicitato nelle istruzioni allegate al prodotto è il tipo di guanti richiesto e la validità di utilizzo dei guanti stessi. In altri termini, per quanto tempo gli stessi guanti proteggono dalle resine e dai prodotti chimici utilizzati? Quante volte sarà possibile adoperarli? Per esempio, nel caso di Carglass, i guanti che utilizziamo sono in nitrile, un materiale speciale, altamente efficace. Li usiamo al massimo due volte durante il ciclo di riparazione; dopodiché, diventano inutilizzabili. Se li usassimo, infatti, la salute dei nostri tecnici sarebbe compromessa in quanto i solventi utilizzati entrerebbero facilmente in contatto con la pelle”.

E le figure sulle istruzioni?
“Le figure presenti nelle istruzioni del Kit di riparazione mostrano una persona mentre effettua tutte le operazioni di riparazione a mani nude, anche laddove si utilizza la lametta. La maggior parte delle persone è solita leggere le istruzioni grafiche contenute nel foglietto illustrativo, mentre ignora con più facilità le informazioni scritte. In questo modo, il rischio di non valutare le precauzioni e gli accorgimenti necessari in caso di riparazione è molto alto”.

Colle e resine: ipotizziamo che vada tutto bene (nessun danno per l’automobilista); come si fa a far asciugare il vetro? Soprattutto, se non c’è un sole a 30 gradi, come si asciuga il tutto?
“La luce diurna contiene una percentuale di raggi UV. In presenza di condizioni particolarmente favorevoli e/o di clima soleggiato, il parabrezza si asciuga più facilmente. In condizioni sfavorevoli, al contrario, non è possibile prevedere di quanto tempo avrà bisogno il parabrezza per asciugarsi perfettamente”.

Se un automobilista è molto bravo a riparare un parabrezza (è pratico di queste cose), quale può essere il risultato finale?
“L’automobilista molto probabilmente troverà sul suo parabrezza una macchia opaca e screziata dalla lametta, in quanto non è previsto alcun intervento di lucidatura”.

Al di là dei possibili danni a occhi e pelle, e al di là del risultato estetico, qual è il rischio per la sicurezza stradale se il parabrezza non è riparato a opera d’arte?
“Si tratta in ogni caso di un parabrezza che non solo è rotto ma ha perso le caratteristiche di tenuta stabilite dall’omologazione. In caso di incidente, qualora l’impatto comportasse la fuoriuscita dell’airbag dal cruscotto, non si potrebbe garantire il perfetto funzionamento del sistema di contenimento. L’airbag che non è contenuto dal parabrezza, non mantiene la fermezza necessaria a garantire la sicurezza del passeggero, che in questo caso rischierebbe di essere lanciato fuori dal veicolo”.

di Ezio Notte @ 22:05


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