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1 August 2015

Rc auto: fatti avanti, deCretino

Vieni_avanti_cretino

Ti aspettiamo…

È la terza volta che taluni politici vengono sonoramente sconfitti in materia di Rc auto. Cosa vogliono codesti politici? Il risarcimento in forma specifica per regalare il mercato della riparazione auto alle assicurazioni; più l’abolizione della cessione di credito, così da controllare tutto senza fastidi esterni. In una parola, far fuori i 17.000 carrozzieri indipendenti. Certi politici hanno inteso in questo modo effettuare un succhiotto pauroso alle compagnie: guardate qui che bel regalo che vi facciamo. Senza contare la devastazione dei diritti dei danneggiati. E il massacro dei diritti nei confronti delle vittime della strada. Ma dal disegno legge concorrenza queste aberranti norme, degne di un Paese del Terzo mondo, sono state cancellate, almeno per ora. Proprio come erano state eliminate dal decreto Destinazione Italia. E prim’ancora in un un altro provvedimento. Complimenti per l’indegna tripletta.

E ora, che accade? Semplice. Il politico ottuso, nel tentativo disperato di fare il succhiotto alle compagnie, ci riproverà. Con la solita odiosa petulante formuletta: “In alternativa al risarcimento per equivalente, è facoltà delle imprese di assicurazione, in assenza di responsabilità concorsuale, risarcire in forma specifica danni a cose, fornendo idonea garanzia sulle riparazioni effettuate, con una validità non inferiore a due anni per tutte le parti non soggette a usura ordinaria”. Niente decreto? Allora disegno legge. Niente disegno legge? Allora decreto, e così via. Il tutto mentre la commissione Giustizia schiaffeggia chi ha scritto quelle norme partorite da una mente contorta. E a ruota la commissione Finanze.

Da sottolineare anche l’allucinante presa di posizione dell’Ivass, che vigila sulle assicurazioni: “La cessione, dal danneggiato all’autoriparatore, del credito derivante dal diritto al risarcimento è una pratica diffusa che può determinare un incentivo distorto ai comportamenti fraudolenti e alla lievitazione dei costi dei risarcimenti. Naturalmente, la limitazione di un istituto civilistico di portata generale può essere fatta solo nei due casi di diritto personale o divieto di legge. Una proposta potrebbe essere quella di introdurre un divieto alla cessione dei soli crediti che non vengano preventivamente accertati e valutati dalle imprese. In altre parole, se il credito nascente dal diritto al risarcimento del danno formasse oggetto di preventiva perizia e valutazione da parte dell’impresa, accettata dal danneggiato, la cessione potrebbe essere ammessa in quanto sarebbero esclusi i rischi di comportamenti speculativi e il danneggiato beneficerebbe del vantaggio di non dover anticipare il costo della riparazione”. Esattamente quel che dicono le compagnie. Pazzesco.

Non ci resta che toglierci il cappello di fronte alla battaglia della Carta di Bologna, di Davide Galli (Federcarrozzieri) e Stefano Mannacio (Cupsit) in primis, e alla rettitudine morale di questi signori, che hanno detto no a quelle norme del ddl concorrenza: Vazio, Colletti, Pesco, Russo, Laffranco, Capezzone, Vignali, Moretto, Fregolent, Ferranti, Causi e Boccuzzi.

Adesso, siamo pronti al ritorno dell’incubo terzomondista, alla spinta in stile lobby sudamericana, alla cialtronata da repubblica delle banane, alla spocchiosa arrogante deleteria proposta contenuta in un decreto d’autunno: risarcimento in forma specifica e abolizione della cessione di credito. Il mantra di chi non sa neppure cos’è il modulo blu della constatazione amichevole. Il ritornello di chi ha vergognosamente copiato i documenti delle assicurazioni per incollarli in improbabili disegni legge.

Noi cittadini italiani, consumatori onesti, li aspettiamo al varco. Uniti a tutti quegli artisti della riparazione che sono i carrozzieri indipendenti, i carrozzieri di fiducia, liberi e moderni: quelli che quando mettono le mani su un’auto, la rendono più sicura. Vieni avanti, deCretino d’autunno.

di Ezio Notte @ 18:20


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