20 May 2009
La Legge Bersani del 2007 consente alle famiglie di risparmiare un mucchio di quattrini. Il meccanismo che ha introdotto è semplice: se un giovane compra un’auto può evitare di entrare nella costosissima classe d’ingresso della polizza Rca, e invece usufruire della classe di papà (o mammà) purché convivente col virgulto. Quindi, se un genitore è in prima classe di merito, anche il giovane entra di filato in prima. Ballano centinaia di euro di sconto. Nelle zone calde del Belpaese (vedi Napoli e dintorni), si arriva tranquillamente a 1.000 euro di risparmio l’anno.
Tuttavia, le Assicurazioni non hanno mai digerito quella novità di legge. Il ragionamento delle Compagnie è: uno la classe di merito bassa se la deve guadagnare sul campo. Anzi, in strada. Niente incidenti? Allora paghi poco. Altrimenti, sei un profilo a rischio (per il bilancio delle Compagnie) e ti faccio sborsare tanto.
Così, le Assicurazioni sono corse ai ripari. Per carità, hanno pienamente rispettato la legge (c’è la liberalizzazione: le Compagnie sono libere, appunto, di applicare le tariffe che vogliono). Però hanno neutralizzato la legge. In questo modo: a parità di classe di merito, paga di meno chi quella classe se l’è sudata. Paga di più chi l’ha ereditata da papà o mammà.
Adesso, le stesse Assicurazioni propongono i patti con i giovani [http://www.omniauto.it/magazine/8301/il-ministero-della-giovent-con-la-fondazione-ania]: se prometti di guidare con prudenza, io Compagnia ti faccio pagare una Rca bassa. A noi di Automobilista.it queste iniziative paiono perlomeno bizzarre. Tanto valeva seguire le indicazioni della Legge Bersani e concedere subito uno sconto ai ragazzi…
di Ezio Notte @ 17:21
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