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9 July 2010

Stefano Mannacio: “Le indagini sulla Rc auto servono ad avallare ulteriori fregature”

Stefano Mannacio. Se lo intervisti, non ti annoi...

Stefano Mannacio. Affronta argomenti scottanti con coraggio

Si susseguono le indagini in materia Rc auto, per via dei rincari continui. Ne parliamo con uno dei maggiori esperti di Rca in Italia, Stefano Mannacio.

Mannacio, cosa pensi delle indagini Agcm, Isvap e Senato sulla Rca?
Ne basta una. Quella dell’Antitrust. Non è però che ci sia molto da indagare. Tutto è infatti  chiaro. L’indennizzo diretto è stato un fallimento colossale. I prezzi sono aumentati, i risarcimenti si sono ridotti, i danneggiati sono in balia delle Compagnie, mentre truffe e speculazioni sono in aumento esponenziale. Un disastro ampiamente annunciato tenuto in piedi solo da due fattori: l’ostinazione ideologica delle associazioni dei consumatori del Cncu, che l’hanno difeso a spada tratta; le Compagnie che, comunque, con tale procedura possono pagare i sinistri quanto vogliono, come vogliono, non tanto in base a criteri tecnici di ripartizione delle responsabilità ma anche giocando sull’assurdo sistema dei forfait risarcitori.

Spiegaci il meccanismo.
Un assurdo tecnico-giuridico che consente alle Compagnie, anzi alle sole quattro che detengono l’80% del mercato assicurativo, di pagare i sinistri in base a cifre già predeterminate. Se si paga sotto il forfait si guadagna, se si paga sopra si perde. Questo meccanismo può stimolare, solo per un apparente paradosso, il risarcimento in forma minima di cliente che ha torto marcio, lucrando così la differenza tra il pagato e il forfait, e magari  pagare solo due lire un cliente che si è fatto male perché la sua lesione esorbita le cifre predeterminate per le lesioni. Una macchina infernale aggravata dal fatto che almeno il 20% dei sinistri sono ormai infragruppo, ovvero tra due assicurazioni che appartengono alla stessa holding. Non ci vuole certo una mente sopraffina a pensare che sia folle attuare tale sistema tra due controparti solo di nome, ma di fatto un tutt’uno. I consumatori anche qui che fanno, quali riflessioni hanno sviluppato? Nulla, il vuoto pneumatico, soprattutto se si parla delle associazioni più impegnate nel settore Rc auto come Federconsumatori e Adiconsum.

Perché?
Queste due associazioni non le ho viste molto attive quando hanno avuto notizia che la Fondazione Ania per la sicurezza stradale ha avuto 311.000 euro di finanziamento pubblico dal ministero della Gioventù. Uno scandalo legalizzato perché una fondazione appartenente alle Imprese assicuratrici non dovrebbe avere l’ardire di chiedere soldi allo Stato (né lo Stato concederli allegramente). Si dovrebbero erogare finanziamenti ad associazioni o enti capaci e meritevoli. Forse la disattenzione è dovuta dal fatto che il vicepresidente di Federconsumatori e l’esperto Rc auto di Adiconsum sono nell’advisory board della Fondazione.

Ma questa Fondazione che fa?
Sono stato recentemente a un convegno nell’aula magna della Cassazione organizzato dalla Fondazione Ania in pompa magna. Presiedeva il primo presidente della corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, presidente onorario anche dell’Associazione Melchiorre Gioia, che annovera nel suo direttivo molti esponenti e fiduciari dell’Ania. Sono perfettamente d’accordo sull’attuazione di tutte le misure possibili per migliorare la sicurezza stradale e ridurre gli incidenti. Non capisco però perché usare lo stesso parterre in cui si inaugura ogni anno l’anno giudiziario, tempio, quindi, della terzietà del giudice, per sentire il presidente dell’Ania in accordo con il presidente dell’Isvap sparare a zero sui sinistri con lesioni partendo dal presupposto, sempre rivelatosi falso negli ultimi 10 anni, che riducendo i risarcimenti si possono ridurre i premi. Sono rimasto sinceramente sbalordito da come altissime cariche istituzionali possano ospitare un convegno dove la voce dell’Associazione familiari vittime strada è stata relegata a un intervento fuori programma.

Quali le soluzioni?
Bisognerebbe attuare misure che consentono il ridimensionamento dell’assetto fortemente oligopolistico del mercato assicurativo italiano. Con tale realtà mai alcuna riduzione dei costi si rifletterà, né mai si è riflettuta, sulla riduzione premi, perché non vi è stimolo alla concorrenza sui prezzi. Se una delle quattro grandi Assicurazioni vuole conquistare nuove fette di mercato compra, con gli utili derivanti dai risparmi, nuove Compagnie.

Per quanto riguarda la Rc auto?
Ecco l’elenco delle cose da fare.
a) Ripristinare in pieno la facoltatività della procedura di risarcimento diretto come stabilito da una sentenza e due ordinanze della Corte costituzionale, per dare al danneggiato libertà di scelta nella riparazione dei danni e il diritto alla tutela e assistenza di un professionista indipendente.
b) Dare l’avvio a un’agenzia antifrode in campo assicurativo solida e indipendente; non quella specie di carrozzone governativo che stanno partorendo nella commissione Finanze della Camera.
c) Ancorare, quale riferimento minimo per la liquidazione del danno alla persona, le tabelle di Milano.

E le indagini conoscitive?
Il timore è che da una o da tutte le indagini si dia l’avallo a ennesime fregature per le vittime della strada e per gli assicurati. D’altronde se si indaga solo convocando le Compagnie, l’Isvap e i consumatori e non magistrati, avvocati, imprese artigiane, periti, che indagine è?

di Ezio Notte @ 00:01


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QUI 2 Commenti

  1. […] Dal sito Automobilista.it:  “Le indagini sulla Rc auto servono ad avallare ulteriori fregature” […]

    Pingback by Le ultime novità: Assemblea ANIA, carrozzieri, indagini conoscitive, giurisprudenza at Indennizzo diretto - Il grande inganno? — 9 July 2010 @ 19:01

  2. Non manca occasione per creare nuove Agenzie incaricate di governare il fenomeno: quest’anno quella antifrode, il prossimo un comitato per i premi RCA, la succcessiva un’agenzia per le vittime della strada…morale…invertendo l’ordine delle agenzie il risultato non cambia: i problemi non cambiano ma le spese per il mantenimento di questi apparati continua a lievitare..in barba alla razionalizzazione della spesa pubblica.

    Comment by Renzo Fain Binda — 13 July 2010 @ 09:13

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