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9 July 2009

Truffe alla Rca: tante ma nascoste. Così le Assicurazioni vogliono una banca antifrode

Nel febbraio 2009, l’Isvap (vigila sulle Assicurazioni) ha diramato lo schema di nuovo Regolamento per la disciplina della banca dati sinistri Rc auto. La stesura definitiva del nuovo provvedimento è stata pubblicata sul sito Internet il 1° giugno 2009 (Regolamento n. 31/2009): le disposizioni in materia di invio delle informazioni e di consultazione entreranno in vigore nel termine di 18 mesi dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Obiettivo, stroncare le truffe ai danni delle Assicurazioni: incidenti inventati, risarcimenti gonfiati, colpi di frusta in quantità industriale.

Quella banca dati è così importante che le Compagnie sono disposte a sostenere gli oneri derivanti dalla rivisitazione di quel contenitore di informazioni. Lo scopo ultimo è allertare prontamente le Assicurazioni su eventuali indici di anomalia risultanti dai sinistri registrati grazie all’impiego di sistemi che ricerchino le situazioni sospette sulla base di indicatori predefiniti del rischio frode.

In sostanza, la banca dati è una specie di archivio storico, per le Assicurazioni e le Autorità competenti. Così da individuare i casi di sospetta frode, segnalandoli alle imprese interessate, alle Forze dell’ordine e alla Magistratura per le eventuali iniziative penali da intraprendere.

Tuttavia, ci sono percentuali strane: almeno in apparenza, dicono che non siamo così tanto truffatori. L’incidenza dei sinistri che sono connessi con comportamenti fraudolenti è mediamente pari al 10% in Gran Bretagna e al 5% in Francia. In Italia, siamo al 3%: un dato non credibile, almeno secondo l’Ania (Assicurazioni). Che spiega: “La notevole divergenza tra i dati nazionali e quelli di altri Paesi dipende in realtà soprattutto dall’esistenza o meno di efficienti strutture antifrode. Laddove è possibile mettere in moto sistemi di intelligence e di contrasto ai comportamenti illeciti, le frodi vengono scoperte più agevolmente ed è possibile perseguirle disponendo degli elementi necessari per ottenere i provvedimenti di condanna da parte della Magistratura. Viceversa, qualora, in nome di principi di garanzia (obiettivamente sproporzionati rispetto alle varie emergenze che caratterizzano l’ordine pubblico), vengano posti limiti consistenti all’esercizio di tali attività, l’azione antifrode diviene non solo più costosa ma anche meno efficace”.

di Ezio Notte @ 11:15


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