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11 November 2014

Lesioni fisiche: Stefano Mannacio (Cupsit) stronca l’Ivass

La guerra delle lesioni fisiche

L’Ivass (il vigilante sulle Assicurazioni) ha pubblicato il raffronto tra l’Italia e alcuni Paesi europei su premi, sinistri e sistemi risarcitori del danno alla persona. I risultati della ricerca hanno evidenziato l’eterogeneità sia dei mercati assicurativi sia dei diversi sistemi risarcitori delle lesioni a persona nel settore Rca. Nel caso di lesioni molto gravi (90% Invalidità permanente), “nonostante un risarcimento ragguardevole di tipo non patrimoniale”, gli italiani in genere ottengono un risarcimento complessivo (somma dei danni patrimoniale e non) inferiore agli altri Paesi, a eccezione della Spagna ove i valori del danno patrimoniale previsti dal baremo sono molto più contenuti. Il curatore della ricerca osserva tuttavia che la presenza di prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale con esclusione di rivalsa nei confronti dell’assicuratore in cambio di un prelievo sul premio Rc auto, fa si che il danno patrimoniale venga liquidato “spesso in modo forfettario senza una indagine mirata a valutare attentamente la reale situazione del lesionato” come avviene, per esempio, in Germania, Francia e Regno Unito. Tale circostanza fa sì, si sottolinea nelle conclusioni, che in Italia “è il nucleo familiare a farsi spesso carico delle particolari esigenze della persona lesa”. Nel caso di macrolesioni con Invalidità permanente del 25%, la ricerca ha messo in evidenza che l’assicurato italiano ottiene il risarcimento non patrimoniale migliore tra quelli tabellari esaminati (Spagna e Francia). A fronte di tali diversità di trattamenti, l’indice sintetico ha evidenziato tuttavia che gli assicurati italiani “riceverebbero” più di quanto corrispondono in termini di premio medio di tariffa nei casi di morte e macrolesioni (con IP al 25%) e meno in caso di macrolesioni (90% IP) e di microlesioni (5%).

Benissimo. Ora sentiamo il numero uno del Cupsit (Patrocinatori stragiudiziali), Stefano Mannacio: “L’Ivass si allinea all’Ania (la Confindustria delle Assicurazioni. D’altronde lo studio è esteso Riccardo Cesari ex consulente Unipol per cui stare dentro l’Ivass ha un suo perché. Invece di pensare al dimezzamento dei sinistri negli ultimi dieci anni e ai due miliardi di profitti nel settore della Rc auto, fa una ricerca più o meno farlocca per preparare il regalino natalizio: una draconiana potatura ai risarcimenti delle vittime della strada che hanno subito lesioni gravi o gravissime. Questa entità di controllo fa rimpiangere l’Isvap rottamamata dalla mancata vigilanza sul caso UnipolSai. Ma anche sul modo di vigilare dell’Ivass, da come la stessa autorità autorizza prassi liquidatorie ai confini della realtà, ci sarà presto da fare una riflessione urgente: chiudere tale organismo fatto di una orripilante commistione tra interessi bancari e assicurativi e lasciare che il mercato si regoli da solo. Meglio quest’ultima soluzione di un vigilante che costantemente è dalla parte dei più forti e sfacciatamente danarosi (gli assicuratori) e contro i più deboli e bisognosi di maggiori tutele (le vittime della strada). Questo cinismo di un vigilante inutile deve finire”.

Poi Mannacio si rivolge al premier: “Il Cupsit si appella a Renzi per fare una riforma seria di autorità di controllo come Ivass e Antitrust ormai ricettacolo di lobbisti e con nomine politiche che, invece di regolare e rendere concorrenziale il mercato, favoriscono una abnorme concentrazione oligopolistica tra banche e assicurazioni creando di fatto un mercato senza concorrenza”.

E più in dettaglio, in merito allo studio Ivass, ecco ancora Mannacio: “Il problema non è cosa è ingiusto ma la dinamica delle fonti. Le autorità di vigilanza non hanno possibilità di vedere come realmente vengono risarciti i sinistri se non da fonti assicurative. Posso quindi ipotizzare che sulla dinamica dei premi possano dare dati anche verosimili, sulla liquidazione dei sinistri no. Mancano infatti dati omogenei provenienti dai tribunali, dalle organizzazioni forensi, dagli ospedali. Ma ciò che manca ed è l’errore più grave è attribuire all’alto costo dei premi il costo dei sinistri in valore assoluto. Se i sinistri si sono dimezzati negli ultimi dieci anni anche  ipotizzando che i danni in italia valgono di più è chiaro che se su dieci eventi nel 2000 oggi ne accadono 5 i risarcimenti sono dimezzati. Ragionare quindi sull’assoluto quando fa comodo e sul costo medio in altri caso (lo fa spesso l’ania per giustificare l’alto costo dei rachidi cervicali) è una follia metodologica. Insomma è una ricerca che, come quella della Boston Consultin Group ha un vizio di fondo: essere basata solo su dati assicurativi. La Boston Consulting almeno per dire le stesse cose nella prefazione al suo documento dice che la provenienza dei dati, essendo solo di natura assicurativa è parziale. L’Ivass fa il gioco delle tre carte dicendo che i dati provengono dalle altre autorità di controllo i cui dati però sono di natura assicurativa”.

di Ezio Notte @ 21:04


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