Una donna ha politicamente abbattuto Berlusconi, la questione Aci può politicamente infastidire Renzi

diEzio Notte

Renzi, occhio all'Aci...

Prendiamo un uomo, un personaggio politico di spicco, e chiediamoci: quali sono gli elementi determinanti per la sua longevità politica? Le donne. Un’amante nella stanza ovale, un’escort a cui hai promesso mari e monti e alla quale invece regali una tartaruga di plastica (così da farla imbestialire), una ministra piuttosto gnocca che potrebbe fare una spietata concorrenza a quella mezza cosa che è tua moglie, un figlio illegittimo avuto da una cameriera che ti ha fregato. Genericamente, diciamo che una o più donne hanno politicamente abbattuto Berlusconi. Ma Renzi, sotto questo profilo, corre qualche rischio? A mio modesto avviso, no. È innamoratissimo di sua moglie. Ed è troppo svelto per infilarsi in un tunnel senza uscita.

C’è invece un’altra questione che sta esplodendo in mano a Renzi: il problema Aci. Che, lo sanno tutti, gestendo il Pubblico registro automobilistico, è un doppione della Motorizzazione. I vertici Aci si difendono: noi non pesiamo sulle casse dello Stato. E grazie al cavolo. Ci mancherebbe pure che, dopo aver preso i soldi dei cittadini per le pratiche auto, l’Aci succhiasse anche quattrini dallo Stato. Il fatto è che soprattutto gli automobilisti mantengono l’Aci. E questo non va bene. Quindi, giustamente, Renzi ci vuole mettere mano. Ma la telenovela è sempre più esplosiva.

Prima puntata. Renzi accorpa Aci/Pra-Motorizzazione nel decreto spending review di aprile 2014. È tutto pronto, nella bozza scritta di giorno. Di notte, sorpresa, l’articolo sull’Aci sparisce. Chi l’ha cancellato? Non si sa.

Seconda puntata. Renzi insiste: accorpamento Aci/Pra-Motorizzazione. E perché insiste? Per non perdere la faccia su una faccenda così delicata. Lui ha messo l’accorpamento Aci/Pra-Motorizzazione nel decreto spending review, qualcuno l’ha tolto, e ora il premier deve premere sull’acceleratore per persuadere il popolo che è un politico tutto d’un pezzo.

Terza puntata. Si parla di accorpamento Aci/Pra-Motorizzazione nel disegno di legge semplificazione, nell’àmbito di una riforma automobilistica che include l’aumento del bollo, l’eliminazione del superbollo, la cancellazione dell’Ipt (una tassa per le Province, che però creperanno) a favore dell’Iri (una tassa sulle Regioni, che divorano i balzelli una volta ingurgitati dalle Province). Sul web, circola la bozza del disegno legge pensato dal Consiglio dei ministri. Altro che indiscrezioni: dentro, c’è scritto chiaro e tondo che si mette mano alla gravissimo e annoso problema Aci/Pra-Motorizzazione.

Quarta puntata. La semplificazione si farà. Le nuove norme arriveranno. Ma di accorpamento Aci/Pra-Motorizzazione non parla più nessuno. Oh diamine, è tutto sparito per l’ennesima volta. Si vocifera di duri scontri all’interno della maggioranza, c’è chi tifa Aci e chi è contro, si narra di un dissidio Renzi-Lupi (ministro dei Trasporti). Chissà. L’unica certezza è che l’Aci vince. No, trionfa. Passa indenne dal decreto spending review, dagli annunci di Renzi, dalle sforbiciate di Cottarelli (l’uomo del taglio alle spese), dal disegno legge semplificazione. L’Aci è uno squadrone di calcio che ai Mondiali abbatte ogni avversario segnando al minuto 125, nel quinto minuto di recupero dei tempi supplementari, e sta arrivando dritto dritto in finale.

Occhio però. Sull’Aci, Renzi si gioca la credibilità politica. Gli escamotage suggeriti da Machiavelli funzionano se la cittadinanza sorride felice alla vita, e se ci sono quotidiani e tg compiacenti pronti ad appecoronarsi al potente di turno. Con la disoccupazione dilagante in Italia, coi giovani che come prospettiva hanno un’esistenza spesa in un call center a quattro euro lorde l’ora, quello scherzetto sull’Aci che sopravvive a ogni tempesta non passa inosservato, specie sui blog.

L’Aci, caro Renzi. Lì dove non poté una ministra gnocca.