it.motor1.com

23 November 2010

Napoli muore soffocata dall’immondizia; le città italiane sommerse dallo smog: l’Unione europea ci rifilerà un calcio sbattendoci in Africa nera

Italia, calcione europeo in arrivo

Napoli strangolata dai rifiuti, ora è allarme sanitario: topi e malattie. Senza dimenticare qualche guaio per chi va in auto (e moto): i sacchetti dell’immondizia possono causare incidenti. E ora l’Unione europea interviene a gamba tesa: “Dopo due anni la situazione non è molto diversa. I rifiuti sono per le strade, non c’è ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata”. Parole del capo degli ispettori Ue, Pia Bucella. C’è odore di multazza pesante (oltre che di immondizia). Chi la paga? Questo è un rebus. Che verrà sciolto nei prossimi mesi.

Situazione simile per lo smog delle principali Regioni italiane. Lombardia, Piemonte e Veneto nel mirino. L’Unione europea ci ha già inoltrato un ultimatum mesi fa: sforate il limite di inquinamento previsto dalla legge; o vi mettete in regola, o arriveranno sanzioni da paura. Anche in questo caso, si deve valutare chi dovrà pagare.

Il dramma è che l’Italia è come un treno in eterno ritardo. Dovrebbe contenere il PM10 (quella robina che entra nei polmoni spaccandoli) entro i valori limite: per ogni anno, una concentrazione di 40 microgrammi per metro cubo; per ogni dì, una concentrazione giornaliera di 50 microgrammi, soglia non valicabile più di 35 volte in un anno. Ma non ce la fa. Oltretutto Regioni e Governo litigano: è colpa tua; no, io non c’entro niente. Tutti attaccati alla cadrega d’oro.

Fra l’aria malsana e l’immondizia, va a finire che l’Unione europea ci dà un calcio nel sedere e ci fa accoppiare con l’Africa nera, col Terzo mondo. Altro che Europa del Nord, moneta unica, economia globale. I nostri politici ci stanno riducendo in brandelli, sia quelli a livello centrale sia i ricchissimi signorotti a livello locale.

foto flickr.com/photos/pasukaru76

di Ezio Notte @ 00:01


No Comments

È possibile seguire tutte le risposte a questo articolo tramite il feed RSS 2.0.


QUI Nessun Commento

Per ora ancora nessun commento.

RSS feed dei Commenti su questo post.



Ci scusiamo, i commenti sono al momento chiusi.