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5 November 2013

Un grandioso Stefano Mannacio, presidente del Cupsit: “Antitrust e Ivass: inutili carrozzoni politici”

Basta coi carrozzoni politici

Dopo tanti copiaincolla che i mass media effettuano su comunicati Ania, dopo le dichiarazioni dei politici che vengono trattate dai quotidiani come se parlasse un oracolo (mi riferisco alla senatrice Vicari, sottosegretario ministero Sviluppo economico), ecco un uomo che si eleva dalla massa, con diverse verità. Le quali fanno male, ma vanno dette, per diamine. Qui servono le qualità morali e professionali di Stefano Mannacio, presidente del Cupsit (patrocinatori stragiudiziali): “È un autunno nero per l’automobilista italiano. Paga polizze Rc auto salatissime, ma subisce un attacco concentrico: l’Ania (la potente Confindustria delle Assicurazioni) che vuole dimezzare i risarcimenti; il ministero dello Sviluppo economico che subisce il fascino dell’Ania stessa scrivendo leggi sotto dettatura delle Compagnie; mentre Antitrust e Ivass (l’organo di vigilanza sulle Assicurazioni) si confermano inutili carrozzoni politici che fanno il gioco delle imprese assicuratrici”.

Mannacio entra nel dettaglio: “È finita con ‘quei due’: bisognerebbe chiudere Ivass e Antitrust domattina. Il ruolo delle autorità di controllo ha ormai raggiunto il capolinea. Primo: le nomine di carattere politico o ‘familistico’ si sono moltiplicate. Una vergogna, vista anche la disoccupazione giovanile che devasta il Paese. Secondo: il mercato della Rc auto è sempre meno concorrenziale e competitivo, con tre colossi assicurativi che si sbranano la torta. Ne consegue che non ho l’ardire di definirle autorità indipendenti, visto che la loro autonomia è morta e sepolta da un pezzo: sono sostanzialmente alla mercé delle Assicurazioni”.

Il presidente del Cupsit puntualizza: “L’Ivass, nato cadavere dopo la fine dell’Isvap (che già era un ente moribondo) non è in grado di vigilare sulle Compagnie: ormai, si limita a sfornare circolari che rendono più difficile la vita dei danneggiati. Mentre l’Antitrust non garantisce la concorrenza nel mercato Rc auto: la concentrazione delle polizze nelle mani di pochi giganti assicurativi, e le tariffe che schizzano a livelli stellari, sono lì a dimostrarlo”.

Il Cupsit, per bocca di Mannacio, denuncia: “Il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, è direttore generale di Banca Italia. Far passare la vigilanza sulle Assicurazioni a tale istituto è una follia, posto che la Banca d’Italia è finanziata da istituti di credito che, a loro volta, detengono pacchetti azionari importanti delle Compagnie assicuratrici. In caso di provvedimenti importanti contro un’Assicurazione, chi può garantire serenità di giudizio? Come si fa a prendere decisioni imparziali quando gli altri due membri del vertice dell’Ivass sono il professor Cesari, ex consulente di punta dell’Unipol, e Alberto Corinti, ex dirigente dell’Isvap, poi direttore generale del Ceiops (il regolatore delle Assicurazioni) e della federazione europea delle Compagnie assicuratrici? Faccio notare che, della defunta Isvap, ormai emergono risvolti politici e giudiziari inquietanti, al punto tale da vedere un assicuratore come Ligresti perorare la causa di promuovere il suo controllore, l’allora presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, al ruolo di presidente dell’Antitrust. Come si fa a pensare che l’Ivass di oggi, che ha ereditato la piattaforma di iniziative dell’Isvap sposandone acriticamente tutte le iniziative e proposte (di natura smaccatamente filo assicurativa), non sia solo un’operazione gattopardesca? Basta vedere come ha operato negli ultimi mesi, quando si legge dai bollettini dell’Autorità che una piccola Compagnia assicurativa francese deve pagare, in termini assoluti, più multe e sanzioni di colossi assicurativi che non brillano certo per capacità gestionali e tecniche sensibilmente migliori. L’Ivass andrebbe dunque rottamata restituendo le sue funzioni al ministero dello Sviluppo economico”.

Per quanto riguarda l’Antitrust “L’autorità si era mossa bene dieci anni fa sotto Tesauro e, nella prima parte della gestione, Catricalà. Poi è successo che le aziende hanno spostato i loro lobbisti dai ministeri ai controllori: quindi, l’azione di questi organismi si è affievolita. Prima Tesauro multava le Compagnie per 700 miliardi di lire per scambio dati. Ora, con il contratto base, da pubblicare online, si fa passare tale provvedimento come un vantaggio per i consumatori”.

Ma la massima attenzione va alle esigenze pratiche degli automobilisti: il loro portafoglio. Secondo Mannacio, per ridurre le Rca, ha la sua ricetta con sei ingredienti: “Uno, rottamare Antitrust e Ivass. Due, occorre una vera concorrenza fra Compagnie, tramite una legge antitrust che riduca il livello di concentrazione del mercato Rc auto italiano e consenta l’entrata di operatori più competitivi. Tre, serve un’Agenzia antifrode in campo assicurativo basata sulle migliori esperienze internazionali, in grado di verificare l’efficacia dei sistemi antitruffa delle Compagnie. Quattro, va eliminato l’indennizzo diretto, utile solo a mischiare le carte nei bilanci delle Assicurazioni in modo che i conti tornino sempre. Cinque: tornare a una gestione tecnica dei risarcimenti, ormai delegata a enormi call center anonimi che risarciscono sinistri su basi più finanziarie che basate sulla reale volontà di accertare in modo rigoroso danno e responsabilità. Sei, togliere la competenza della materia del risarcimento del danno alle commissione Finanze della Camera e alla commissione Attività produttive del Senato: va affidata alle rispettive commissioni Giustizia, che ha certamente più sensibilità a valutare una materia dove circolano diritti costituzionalmente protetti come quello alla salute”.

di Ezio Notte @ 00:00


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