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Viabilità / L’automobilista si sveglia al mattino e trova una tassa: ora tocca agli odiosi pedaggi delle autostrade
30 December 2011
![business man collecting money with a wheelbarrow](https://www.automobilista.it/wp-content/uploads/2011/12/shutterstock_504797-300x175.jpg)
Spendere spendere spendere!
Non c’è nulla di più facile che tassare un automobilista. Perché la macchina non scappa al fisco. Puoi nascondere le amanti, la cocaina, le armi, i soldi alle Bahamas, i lingotti d’oro in Svizzera. Ma l’auto è lì. Pronta per essere sbranata. Il fatto è che ci va di mezzo chi ha un’utilitaria scema da due soldi: accise, Ipt, imposte sulle Rca. E ora pedaggi più costosi.
La questione dei pedaggi autostradali, poi, è odiosa. Tutto ruota attorno a una formula matematica complicatissima, costruita ad arte per tirarti scemo e non farti capire nulla. In sostanza, se il gestore investe in sicurezza, e migliora l’autostrada, allora l’Anas gli riconosce la possibilità di far crescere i pedaggi. Stupendo. C’è un piccolo particolare però. Secondo i dati Istat, la gente che crepa in autostrada è in crescita. Più morti nel 2010 sul 2009: +7,4%. Vivissimi complimenti al Tutor e ai gestori. Come premio, un bell’aumento di pedaggi. Soldi in più alle società concessionarie. Il giorno in cui i morti dovessero realmente dimezzarsi su tutte le autostrade, i pedaggi diventerebbe cari come il fuoco.
Dopodiché, c’è l’angoscia dell’arrotondamento. Altro giochetto a favore dei gestori. Che – appunto – gestiscono business colossali. Se con la percentuale d’aumento si arriva a una tariffa di 10,05 euro, come per magia il pedaggio diviene di 10,1 euro. Alé, altro giro altro incasso.
di Ezio Notte @ 23:57
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