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Ricorsi / Strade pericolose: prevediamo carceri sovraffollate
18 November 2009
Incidenti: spesso la strada rovinata è una concausa
Nel pensiero comune del cittadino c’è una netta convinzione: se io percorro una strada pericolosa (asfalto rovinato, buche, guard rail sporgenti, insegne pubblicitarie a due centimetri dalla carreggiata, tombini all’infuori e quant’altro), e faccio un incidente stradale con gravi danni (all’auto o fisici), pagherò solo io. Non verranno mai accertate altre responsabilità. Tutti salvi: chi ha progettato e costruito la strada; chi si occupa della manutenzione dell’asfalto; chi controlla (o dovrebbe farlo) le condizioni di sicurezza di quel tratto stradale. È sempre così. Infatti, chi ha subìto danni in un sinistro, per vincere un ricorso (e ottenere un risarcimento) contro un Comune, deve impazzire di fatica.
Ma qualche ore fa ci è giunta una news clamorosa. Dopo cinque anni dalla morte di un utente della strada di 27 anni, un giudice ha condannando a quattro mesi di reclusione per omicidio colposo un ingegnere, dirigente del settore manutenzione strade della Provincia di Milano, e un suo collega.
Nel 2005, il giovane aveva perso il controllo dell’auto, andando a sbattere contro un guard rail in una zona vicino a Cremona, sulla statale Paullese: morto sul colpo. Il guard rail pare non fosse a norma.
Ebbene, per la prima volta, funzionari dell’amministrazione sono stati riconosciuti colpevoli: non hanno seguito quanto dicono i decreti ministeriali sull’installazione dei guard rail. Nel caso in questione, sembra che il tratto terminale della barriera fosse puntato contro il senso di marcia.
La nostra opinione, e non facciamo ironia a buon mercato, è che se i giudici in futuro terranno contro di questo precedente, vedremo molti funzionari di Enti locali nei guai seri. C’è il rischio che le carceri, fra poco, esplodano. Non trovate?
foto flickr.com/photos/kim_scarborough
di Ezio Notte @ 01:26
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