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9 December 2011

Superbollo auto di lusso: serve coraggio per chiamarlo così

Se la potenza abbaglia

Mi piace chiamare le cose col loro nome. Il superbollo del governo Monti è una fregnaccia. No, scherzo (un po’). Il Decreto parla di superbollo sulle auto di lusso. Più esattamente, “Disposizioni per la tassazione di auto di lusso“. Dove sta l’errore? Semplice, questa è tutto fuorché una tassa sul lusso. Questa è una tassa sulla potenza.

Leggiamo il testo: “Dal 2012, l’addizionale erariale della tassa automobilistica è fissata in 20 euro per  ogni  chilowatt di potenza del veicolo superiore a 185 chilowatt“.

Si parla di lusso nella legge? No. Si parla di costo dell’auto al momento dell’acquisto? No. Si parla di valore della macchina al momento dell’immatricolazione? No. Si parla di prezzo dell’auto attuale, se venisse venduta oggi?

Si parla solo di potenza. Espressa in kW. Solo e unicamente potenza. E allora questa è una tassa sulla potenza. Sui kW. O sui cavalli (CV). Non certo una tassa sul lusso.

Se io ho un’auto che vale 10.000 euro, con 200 kW, usata e strausata, ho un bene di lusso? Non credo proprio. Ho un bene… potente. Per paradosso, ha un bene molto più lussuoso del mio chi ha una Dacia Duster del valore di 15.000 euro, con optional. O addirittura una Fiat Panda.

Diciamocela tutta. Questa parte del Decreto che riguarda il superbollo è un po’ storta. A partire dal nome dato all’articolo del Decreto stesso sul superbollo. Passando per il concetto espresso nell’articolo. E finendo nell’applicazione del Decreto stesso: qui si stanga nel mucchio, pure chi ha auto vecchie ma semplicemente potenti.

Si dà l’etichetta di ricco, di possessore di bene di lusso, a chi ha un’auto vecchia ma potente.

E io che mi aspettavo qualche morso ai grandi capitali, alle società con patrimoni. Che delusione. che tristezza: un superbollo sui carcassoni potenti.

foto flickr.com/photos/wbaiv

di Ezio Notte @ 00:01


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