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23 November 2014

La riforma del Codice della strada tarda. Ma questi qui saprebbero gestire una bocciofila per 90enni?

Intanto in Italia di muore in strada

Niente riforma del Codice della strada. I nostri politici litigano su tutto: controlli automatici della Rc auto, articoli e cavilli del nuovo Codice della strada, definizione dei diritti e dei doveri dei Comuni nel succhiare le multe. Dal 2010 si attende il nuovo Codice della strada, e i politici in quattro anni non hanno avuto modo di riscriverlo. Eppure, le basi sono semplici: c’è un Codice della strada scritto coi piedi nel 1993, devastato da una settantina di decreti, e quindi la riscrittura è facile: basta radere al suolo tutto e rifare. Non è la Divina Commedia, cui si deve mettere mano e non si sa neppure da dove iniziare: sono le norme che regolano la circolazione stradale.

D’altronde, le premesse erano drammatiche. La precedente riforma del Codice della strada, nel 2010, prevedeva un decreto attuativo per garantire che i Comuni non facessero cassa con gli autovelox. Con uno schema, i Comuni sarebbero stati obbligati a versare la metà degli incassi ai proprietari delle strade: Regioni e Stato. Quel decreto non c’è, per le fortissime pressioni della lobby dei Comuni, che quei quattrini non hanno nessuna intenzione di perdere. Ah sì, poi ci sarebbe anche la sicurezza stradale e i morti e i feriti gravi… Certo… Poi ci penseranno un’altra volta a migliorare le strade…

Così, facciamo la nostra meschina figuraccia in Europa: dal 2001 al 2010, dovevamo dimezzare i morti sulle strade. Ci siam riusciti a malapena nel 2013, grazie alla crisi che ha devastato le famiglie italiane, impedendo loro di usare l’auto. In Europa, siamo messi così male che ci vogliono anche multare in modo violento per l’assenza del numero unico 112, quello che chiami quando fai un incidente e pensi di morire. Non quel 112 non l’abbiamo.

Per non parlare dell’introduzione del reato di omicidio stradale: i politici lo annunciano dopo ogni morte dovuta ad alcol o droga, salvo fare marcia indietro quando devono modificare il Codice penale. C’è da capirli: non sanno cambiare in quattro anni alcuni articoletti del Codice della strada, come potrebbero cambiare mezzo articolo del Codice penale?

E proprio nelle scorse ore, è intervenuto il ministro dei Trasporti Lupi: “Il Senato acceleri l’esame del nuovo Codice della strada o il Governo interverrà anticipando le cose ritenute più urgenti”. Lupi ha sollecitato Palazzo Madama a ridurre i tempi dell’iter. Il ministro si è detto “preoccupato” in particolare dalle “oltre 40 audizioni previste dalla Commissione: ho profondo rispetto per il lavoro parlamentare, ma forse dovremmo capire che se le stesse audizioni le ha già fatte la Camera, si dovrebbe fare tesoro del lavoro svolto e l’altro ramo del Parlamento potrebbe approfondirlo”. Secondo Lupi, infatti, “i tempi del Senato rischiano di allungare troppo la legge delega di riforma”. Il ministro andrà quindi “a chiedere un’accelerazione assoluta: speriamo di dare un segnale che malgrado i tempi della delega siano di sei mesi ce la facciamo in due”, altrimenti “il Governo ha strade più veloci”.

Il riferimento è a un decreto. Ma come: quattro anni di discussioni, annunci, disegni legge con delega al Governo, il tutto per rifare il Codice della strada, e adesso il Governo lo riscrive con un decreto? Ma non poteva pensarci subito, già nel 2011? Altra domanda: per accelerare il decreto che serve ad attuare la riforma del Codice della strada del 2010, si farà un decreto? Ossia un decreto per spingere un decreto che riforma il Codice della strada del 2010, che doveva essere riformato con un disegno di legge, che però non viene approvato e quindi verrà velocizzato con un decreto. E questi signori vorrebbero dimezzare i morti sulle strade entro il 2020? Ma saprebbero gestire una bocciofila per 90enni? Mamma mia, se viene a saperlo la Merkel, ci rifila un calcio nel culo tale da spedirci in Africa Centrale…

di Ezio Notte @ 18:53


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