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25 June 2012

Se solo Autostrade per l’Italia pensasse di meno al Tutor…

Urca che protezione! Altro che Grande Muraglia!

Incidente di sabato notte sul cavalcavia nei pressi di Parma: una macchina precipita sull’A1 di Autostrade per l’Italia. Tre morti e otto feriti. È vero: alla base c’è probabilmente un errore della guidatrice di origine albanese; si presume un colpo di sonno. Ma c’è un triplo ma.

1) Anziché un sano guard rail coi controfiocchi, tosto, per un cavalcavia, c’era quella che in un bar definirebbero una rete per le galline. Messa lì per evitare che qualche bontempone butti giù le pietre dal cavalcavia.

2) Sull’A1 è pieno di Tutor. Il mitico e leggendario Tutor che ogni giorno dimezza i morti, stando ai mass media. A parte che li ha dimezzati nel 2006 (ora in autostrada le cose vanno male, ultimi dati Istat), comunque sull’A1 stanno tutti attenti a non superare il limite. Perfetto. Peccato che così la distanza di sicurezza diventa un concetto astratto. Tutte le vetture in fila come un trenino scemo. Capacità e possibilità di reagire ai pericoli: zero. Non c’è spazio per frenare, per effettuare una manovra. È così se c’è un qualsiasi problema (succede sovente) o se cade una macchina da un cavalcavia. Laggiù van tutti piano, ma senza rispettare la distanza di sicurezza. È l’anticamera della morte. In Germania lo sanno perfettamente e la distanza di sicurezza è una religione: risultato, meno incidenti, più possibilità di reagire ai pericoli.

3) Vivissimi complimenti a chi dà l’ok per l’aumento dei pedaggi, che dipende dagli investimenti fatti a favore della sicurezza, guard rail inclusi. Oppure investire in sicurezza significa solo mettere i Tutor e i Vergilius?

di Ezio Notte @ 21:36


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