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7 November 2015

Tutor, sentenza della Cassazione: intervista esclusiva ad Alessandro Patanè

Tutor, questione spinosa

Tutor, questione spinosa

Botta e risposta con Alessandro Patanè, amministratore unico della MPA Group srl (Latina).

Signor Patanè, uno a zero per voi. Il Tutor è stato realizzato da Autostrade per l’Italia (Aspi) copiando il brevetto Craft: è la conclusione cui porta la sentenza 22563/2015, depositata dalla prima sezione civile della Cassazione. È così?
“Lo score ha un punteggio diverso, ma qui non dobbiamo vincere una partita o segnare un gol, qui stiamo combattendo una battaglia. Romolo Donnini, titolare della Craft srl, con i superbi professori Vigoriti e Conte e l’avvocato Nitti, grazie anche alle informazioni che condividiamo visti gli accordi che ci legano, hanno inflitto una netta sconfitta, che potrebbe risultare fondamentale per l’esito finale della vertenza”.

Ci riassume la vicenda?
“La mia società ha sviluppato il software del sistema denominato Sicve di Autostrade per l’Italia spa dal 2004 al 2008. Ne deteniamo la proprietà intellettuale del software. E congiuntamente alla titolare del brevetto IT 01.310.318 (data di deposito 09.11.1999) la società Craft srl, brevetto di cui siamo licenziatari e concessionari, rappresentiamo la ‘proprietà’ e l’’inventore’. Stiamo tutelando i nostri diritti, relativamente al sistema del controllo della velocità media, in ogni sede di giustizia sia civile sia penale, non volendo la società Autostrade e gli utilizzatori riconoscere i nostri legittimi e violati diritti. La Craft brevetta nel 1999 un sistema del controllo della velocità media che presenta a Polizia stradale e ad Autostrade; Polizia stradale mostra subito interesse, mentre Autostrade non sembra interessata. La Craft va avanti con la messa a punto del sistema confrontandosi anche con la Polizia stradale, quando come un fulmine a ciel sereno Autostrade annuncia di aver inventato e brevettato insieme a Polizia stradale (domanda di brevetto poi ritirata nel giugno del 2006) un rivoluzionario sistema per il controllo della velocità media. La Craft cita in giudizio sul tribunale civile di Roma Autostrade, che vantava una domanda di brevetto, per contraffazione dello stesso. Autostrade ritira la domanda di brevetto e il tribunale di Roma non riscontra la contraffazione in quanto Autostrade si difende anche dicendo che il Sicve differisce dal brevetto Craft per l’utilizzo di una componente di attivazione (componente secondaria ed ininfluente) e che veniva considerata – erroneamente dai giudici – una componente diversa e distintiva. Durante il giudizio, per necessità sopravvenute, Autostrade fa richiesta di estensione di approvazione ministeriale del sistema con differente componente di attivazione, giustificando con il ministero – ma tenendolo nascosto ai giudici – che tale richiesta veniva formulata in quanto trattavasi di componente ininfluente e secondaria. I giudici, pur confermando la validità del brevetto Craft dall’indubbio contenuto innovativo, erroneamente non riscontravano la contraffazione. L’appello confermava la sentenza di primo grado, mentre la Cassazione è stata di diverso avviso.  Infatti, la sentenza della Cassazione rigetta tutte le istanze di Autostrade per l’Italia spa e accoglie tutte le doglianze della Craft, cassando la sentenza di appello, che aveva consentito ad Autostrade per l’Italia spa di continuare indisturbata nell’utilizzo del sistema contraffatto, calpestando i diritti di privativa di cui al brevetto. La sentenza della Cassazione lascia pochi spazi alla fantasia o a capriole, come è accaduto in passato. Il nuovo collegio che si costituirà dovrà valutare l’intensità della contraffazione e il danno conseguente. Ma questo rappresenta solo una parte dell’intera vicenda che si sta analizzando. La contraffazione è un reato penalmente perseguibile e come tale è stato da me attenzionato all’autorità giudiziaria. Faccio presente che abbiamo trattato finora solo l’aspetto relativo alla contraffazione del brevetto Craft. Però in pancia c’è anche il problema dell’utilizzo senza licenza e della contraffazione del software del sistema Sicve creato e sviluppato dalle mie società e in uso a Polizia stradale: una vicenda inquietante”.

Nei primi due gradi di giudizio, la validità del brevetto Craft è stata riconosciuta, ma senza affermare che Aspi avesse commesso una contraffazione (integrale o per equivalente). La sentenza d’appello ora è stata giudicata “palesemente contraddittoria”. Cioè?
“Cioè il Sicve ricalca in tutto e per tutto nelle sue componenti principali il brevetto Craft, la differenziazione di una componente secondaria (le spire induttive di cui al brevetto Weiss) non può/non deve escludere l’esistenza della contraffazione: la sentenza della Cassazione fa notare che se il brevetto Craft è valido, allora c’è stata contraffazione, cassa quindi la sentenza con delle prescrizioni, rimandando a un nuovo collegio la formulazione. Il nuovo collegio dovrà quindi formulare l’esistenza di una contraffazione, indicandone l’intensità, ossia se sia stata integrale, per equivalente o parziale, ma sempre di contraffazione si parla”.

Ci sono poi altri contenziosi in materia di brevetti che riguardano il sistema in grado di rilevare (anche) la velocità media dei veicoli in transito. Corretto?
“Si stanno predisponendo gli elementi per l’azione a tutela del brevetto Craft contro un altro sistema oltre al Sicve”.

Quanto sarà lunga ancora la partita?
“Non so. Questa sentenza della Cassazione ci dà fiducia e speranza. Il continuo emergere di inchieste come quelle di Firenze, Bologna e Roma ci fa capire che non esistono più gli intoccabili e che la voglia di verità e giustizia contro i soprusi è generalizzata”.

Multe date col Tutor: valide o nulle alla luce della sentenza della Cassazione?
“Alla luce della sentenza di Cassazione, nulla varia rispetto alle azioni che abbiamo attivato e che ormai sono in fase di definizione. La situazione ormai per noi è molto chiara e ineluttabile. Ci sono diritti: questi diritti sono stati tutelati, dalla tutela scaturirà o il pagamento di royalty o il riscontro di uso abusivo del sistema con conseguente addebito. Per quanto riguarda la validità delle multe, elevate con il Sicve, già in passato qui su Automobilista.it ho dato suggerimenti (il trasferimento ‘contra legem’ dell’approvazione ministeriale del Sicve) che poi è diventata giurisprudenza vincente e risolutiva presso la maggior parte dei Giudici di pace. Non oso pensare cosa possa accadere ai verbali emessi con il Sicve se qualcuno iniziasse a chiedere in sede di accesso agli atti alla Polizia stradale l’esibizione delle licenze di utilizzo del sistema (brevetto Craft srl) e del software (licenze della Alessandro Patanè srl). Una volta avuta la documentazione, potranno verificarne l’autenticità contattandoci: saremo ben lieti di fornire la documentazione per impugnare i verbali emessi in violazione di privativa industriale e di contraffazione”.

Sulle strade dall’Anas (Statali Aurelia, Domiziana e Romea, fra l’altro) c’è il gemello del Tutor, il Vergilius. È un brevetto copiato pure questo?
“Il Sicve Tutor e il Sicve Vergilius sono gemelli e sono contraffazione del brevetto Craft. Posso aggiungere che esiste un cugino, il Celeritas, ma di questo alla prossima puntata”.

Leggo da un documento Atlantia (Aspi insomma): “Citazione Autostrade per l’Italia-Autostrade Tech contro Alessandro Patanè ed altri. Con riferimento alle richieste economiche del Sig. Alessandro Patanè e delle società ad esso collegate, afferenti sostanzialmente alla titolarità del software del sistema SICVe (Safety Tutor), a seguito delle quali Autostrade per l’Italia e Autostrade Tech hanno notificato nei confronti dello stesso, in data 14 agosto 2013, un atto di citazione avanti al Tribunale di Roma, per veder accertata e dichiarata l’infondatezza delle pretese economiche dallo stesso vantate, si segnala che la prima udienza di trattazione, che si sarebbe dovuta tenere il 3 dicembre 2014, è stata rinviata al 20 maggio 2015. In quella sede, il Giudice ha disposto un ulteriore rinvio al 10 giugno 2015. All’udienza del 10 giugno 2015, il legale di Patanè ha manifestato la propria disponibilità ad addivenire ad una transazione, formulando una proposta transattiva di definizione della causa con il pagamento delle licenze del sistema software Tutor per l’ammontare di 240 milioni di euro per l’utilizzo ventennale a partire dal 2006, con rinuncia ad ogni pretesa per il futuro. Il Giudice ha rinviato la causa al 19 novembre 2015, per consentire ad Autostrade per l’Italia e Autostrade Tech di valutare tale proposta. Tale nuova posizione riduce in maniera significativa la portata della domanda riconvenzionale che, comunque, continua a risultare destituita di fondamento, anche nella sua nuova quantificazione”. Ossia: Aspi potrebbe darle 240 milioni di euro per chiudere la questione. Corretto?
“La questione è molto più complessa rispetto a come viene sintetizzata in queste poche righe tratte dai bilanci di Autostrade e dalla sua controllante Atlantia. Basti pensare che la nostra comparsa di costituzione al loro atto di citazione pesa 126 pagine. In sintesi, posso accennare che, a seguito dei danni subiti, Autostrade sottoscrisse a marzo 2013 un accordo con le mie aziende e con un importante advisor che aveva curato la cosa. Che a regime valeva qualche miliardo di euro fatturato. Infatti, l’accordo prevedeva: sviluppo, manutenzione e commercializzazione del Sicve, e di un sistema per il monitoraggio delle merci pericolose. E la produzione di sistemi di ripresa in 3d per il monitoraggio del traffico con il leader del mercato mondiale di sistemi di visione con cui siamo legati. Questo accordo per inadempienza contrattuale di Autostrade saltò. Subito, emettemmo fatture per il pagamento di licenze, pagamento che non avvenne. Autostrade pensò bene di citarci in giudizio e noi per riconvenzionale abbiamo richiesto, visto il non pagamento delle licenze, l’accertamento dell’esistenza di contratti atti a trasferire la proprietà intellettuale del software, le relative licenze d’uso e documenti che potevano consentire la reingegnerizzazione del codice sorgente del software da noi fornito, esistenza di licenze per l’utilizzo del brevetto Craft. Constatata l’inesistenza di quanto prima e constatata la contraffazione del software e l’utilizzo del sistema senza copertura del brevetto Craft, ecco l’addebito della contraffazione. L’addebito della contraffazione porta a un numero mostruoso che è rappresentato dalla somma che ha prodotto il sistema nelle tasche della società Atlantia/Autostrade e in quella di Polizia stradale (oltre 4.500.000 di verbali): dal 2005 a oggi, stiamo parlando di una somma che supera i 7 miliardi di euro. Da qui la nostra ‘ultima proposta’ ad addivenire al pagamento delle licenze. Se non si addiverrà al pagamento delle licenze, si dovrà forzatamente agire per la contraffazione, con le conseguenze del caso, tra cui, in vigenza del brevetto, dell’accantonamento del petitum da contraffazione, vista anche l’enorme esposizione che la società ha e che non sarebbe in grado di onorare”.

La vicenda riguarda solo lei e la Craft?
“La vicenda riguarda le mie aziende e la Craft, ma posso dirle che siamo stati contattati da importanti player internazionali che si sono mostrati interessati a questa battaglia e ai risvolti che sta prendendo, soprattutto anche in riferimento alla nuova sentenza di Cassazione”.

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di Ezio Notte @ 18:19


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